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Ernesto Cesàro, matematico.

E. Cesàro

Ernesto Cesàro(1859-1906)

Ernesto Cesaro nacque il 12 marzo 1859 nel palazzo Fondi di Via Medina a Napoli, dove i genitori Fortunata e Luigi Nunziante Cesàro si erano temporaneamente trasferiti da Torre Annunziata.Egli frequentò il ginnasio "Vittorio Emanuele" di Napoli, con deludenti risultati a causa della sua scarsa disposizione per gli studi classici, per cui il padre lo mandò in Belgio da Giuseppe, il primo dei suoi sei figli, che aveva la cattedra di Mineralogia all'Università di Liegi. Spirito irrequieto, Ernesto Cesàro peregrinò per alcune Università Europee, da Liegi a Parigi, da Roma a Napoli, senza poter conseguire la laurea. Nel 1885, ancora studente, Cesàro ha già al suo attivo ottanta lavori, per cui viene nominato Socio della Societé Royale de Sciences del Belgio. Il grande matematico, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo accademico dal 1878 al 1906, diede alla stampa 260 pubblicazioni matematiche e ben 493 Questioni pubblicate in famose riviste scentifiche di tutto il mondo. Inoltre opere didattiche: "Introduzione alla teoria matematica di calcolo infinitesimali", nel 1893; " Analisi algebrica" nel 1894; "Elementi di Calcolo Infinitesimale", nel 1897, e la "Giometria Intrinseca", un'opera definita da grandi matematici come il vero imperituro monumento di Ernesto Cesàro. Egli, quasi abitualmente, veniva a Torre nel periodo estivo a passarvi le vacanze assieme alla moglie ed ai suoi otto figli. Il 12 settembre del 1906, si recò con la famiglia allo stabilimento balneare per l'ultimo bagno. Le cabine, in quell'epoca, erano costruite su palafitte. Mentre si trovava in cabina con la moglie ed il figlio più piccolo, improvvisamente sentì un grido disperato: Manlio è in pericolo! Era il figlio diciassettenne, il quale, travolto dalle onde, improvvisamente agitatesi, si trovò in gravi difficoltà. Il padre, nel precipitarsi in soccorso del figlio, scivolò sulla scaletta della cabina, battendo la testa sulla trave della palafitta e morì. Il suo sacrificio non valse neppure a salvare la vita del figlio Manlio, che fu rinvenuto, il giorno dopo, presso il Capo Oncino. A quarantasette anni, si spegneva il più grande matematico del secolo. Alla prematura morte dell'insigne Cesàro, il noto matematico Ernesto Pascal (Napoli 1865/1940) professore universitario e membro dell'Accademia dei Lincei, così scrisse: "Poche volte una più eroica morte coronò una nobile vita di un uomo di immenso intelletto". Ernesto Cesàro, uomo di scienza, seppe essere anche Maestro instancabile ed insuperabile. Considerava la lezione come la celebrazione di un rito sull'altare della Scienza. Se lo scienziato fu grande, più grande fu l'uomo. Egli ignorò il tornaconto personale, l'ipocrisia, l'arrivismo, la superbia. Altri onori non ebbe che quelli scientifici, e non ricercati; rifiutò la croce di cavaliere offertagli dal Ministro Zanardelli. Fu uno di quei prodigi che nella terra campana di tanto in tanto sorgono per attestare la meravigliosa vigoria della nostra gente.Nel 1911 l'amministrazione comunale con il sindaco avv. Pelagio Rossi, cambiò la denominazione della Piazza dei Comizi in Piazza Ernesto Cesàro, per onorare il grande matematico torrese.
(Per gentile concessione: Torresette - autore:Antonio Giordano)