L'arte della pastificazione a Torre Annunziata


Pulcinella con gli spaghetti
Torre Annunziata divenne una cittą per la pasta. Questo il progetto del conte Muzio Tuttavilla quando, nel XVI secolo scelse di acquistare il feudo per costruirvi il canale conte di Sarno e condurvi l'acqua per azionare i due ordini di mulini.

Pasta ad asciugare sulle canne
Marchio della pasta Tre leoni

Torre Annunziata, cittą dell'arte bianca. Con questo appellativo, un marchio di fabbrica, la cittą fu conosciuta in Italia e nel resto del mondo,almeno sino alla prima metą del XX secolo. Una denominazione attribuita a ragione e testimonia un giudizio unanimamente condiviso da quanti riconoscevano le capacitą tecniche, artigianali, di coloro che erano riusciti ad offrire un prodotto di altissima qualitą. Tale attivitą coinvolgeva gran parte della popolazione e la stessa cittą si adattava (per esempio l'asciugatura della pasta che in parte avveniva sui marciapiedi del corso)

Pasta ad asciugare sui marciapiedi

A sinistra e sopra, foto che mostrano il primo sistema di asciugatura su canne poste sui marciapiedi.

od anche (a volte sconsideratamente) si piegava, alle esigenze di questo suo commercio in continua espansione. Un panorama costitutito da lunghe teorie di canne sulle quali la pasta asciugava al sole; parte del paesaggio non meno del mare, del cielo e del Vesuvio.Torre Annunziata divenne una città per la pasta, perché questo fu il progetto del conte Muzio Tuttavilla quando, nel XVI secolo scelse di acquistare il feudo per costruirvi il canale conte di Sarno e condurvi l'acqua per azionare i due ordini di mulini che aveva intenzione di costruire e da allora, tra alterne vicende è stata la sua vita e di molta della popolazione, sino al pieno sviluppo, favorito nel 1870 dalla

Cartolina pubblicitaria di una ditta di pasta

Una delle tante cartoline commerciali dei diversi pastifici.

costruzione del porto, che permise un incremento dell'attività produttiva. Tra il 1948 ed il 1955 negli anni della massima espansione a Torre erano presenti ed attivi circa nove mulini e più di trenta pastifici, senza considerare l'indotto. Purtroppo verso la fine degli anni '50, gli industriali non seppero superare i propri particolarismi e forse anche gelosie e lavorare uniti contro la concorrenza nazionale ed il rinnovamento tecnologico. Forse si credeva ancora che il clima privilegiato: quell'alchimia di sole, di mare, di aria, uniti alla maestria degli artigiani, potesse ancora competere là dove le macchine, in maniera artificiale potevano replicarlo, sicuramente con meno arte, ma pił industria ovvero buona qualitą, elevata produzione e prezzi pił bassi. Il declino della principale attività produttiva coincise con la crisi della città e del suo indotto ed alla perdita di una identità costruita in decine di anni e di conseguenza: crisi economica e mancanza di prospettive future, una crisi di identitą che purtroppo non sembra aver fine.