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a cura di Michele Naclerio
La posta, con le comprensibili difficoltà delle varie epoche, funzionava mediante
Corrieri ordinari, Corrieri straordinari, Staffette e Procacci.
Il servizio era curato dallo Stato o appaltato ad abili organizzatori come i Tasso (o de Tassis).
I Corrieri ordinari trasportavano la corrispondenza in orari prestabiliti,
mentre i corrieri straordinari e le Staffette lo facevano per conto di privati.
Ai Procacci erano affidati merci e denaro sia dei privati che dello Stato.
I locali, dove la corrispondenza veniva raccolta e smistata, erano detti officine di posta,
ed erano ubicati al centro della città o lungo la via principale, dove passavano diligenze e corriere.
Essi erano presidiati anche di notte.
Accanto all’officina, diretta da un Maestro di posta,
vi era sempre una stalla che disponeva di cavalli e carrozze.
Il Maestro, che non era un impiegato postale,
aveva in appalto il servizio e la vendita dei biglietti per le diligenze;
spesso, però, era anche titolare dell’officina postale e, non di rado, della vicina locanda.
Alle sue dipendenze vi erano i Postiglioni,
i quali viaggiavano sempre a cavallo e mai a cassetta;
questi erano muniti di una trombetta a tracolla.
I Postiglioni trasportavano la posta con un foglio, detto Parte,
dove era segnato l’itinerario con l’orario di arrivo e partenza
delle varie officine esistenti sul percorso;
dovevano viaggiare di giorno e di notte, senza mai fermarsi
se non per il cambio dei cavalli (massimo mezz’ora)
o per il ritiro e la consegna della posta (massimo un’ora).
Per non incorrere in severe sanzioni,
i Postiglioni avevano l’obbligo di trascrivere sul Parte gli incidenti accaduti
lungo il percorso facendoli avallare dal Sindaco
o da una personalità del luogo ove questi si erano verificati.
Nella seconda metà del 1700,
alcuni uffici postali importanti incominciarono a bollare la corrispondenza.
Napoli iniziò regolarmente nel 1755.
Tratto da:"Storia postale prefilatelica… - Bolli postali di Castellammare di Stabia", di Michele Naclerio
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